Covid, ultimi dati dell’Istituto Superiore Sanità: l’81% dei contagi è su soggetti vaccinati
Numeri da valutare con attenzione per limitata rappresentatività statistica e per modalità di rilevamento, in particolare relativamente alle terapie intensive, dai quali emerge comunque la scarsa efficacia del Super Green Pass e una strategia di azione da rivedere, scrive Il Giornale d’Italia.
Eccessivo allarmismo e disinformazione
Nell’ultimo aggiornamento ISS, uscito oggi, si conferma che il vero male del Covid-19 è rappresentato da eccessivo allarmismo e disinformazione: i numeri forniti dalle autorità sanitarie e dalle varie strutture sul territorio sono infatti di difficile lettura, di dubbia correttezza e in alcuni casi di irrilevanza statistica.
Abbiamo anche indicato ieri l’incongruità dei dati comunicati e dai rischi “di double counting” (per Bassetti fenomeno esistente, per la Regione Lombardia no), fa notare il Giornale d’Italia.
Nei circa 30 giorni di rilevazione, il totale dei nuovi casi di Covid ammonta a 2.864.729 unità, con una crescita del 607,8% rispetto ai 404.745 del rilevamento del 24 Dicembre, dei quali 2.309.032 relativi a soggetti vaccinati e 555.697 relativi a soggetti non vaccinati, ovvero l’80.6% dei contagi sono relativi a soggetti vaccinati (rispetto al 65% nella rilevazione di Natale).
L’incidenza dei contagi sui vaccinati cresce nonostante dal 6 Dicembre sia stato introdotto il Super Green Pass, riducendo di molto la possibilità di circolazione e di accesso a molti luoghi e mezzi di trasporto dei soggetti non vaccinati.
Se confrontiamo invece l‘incidenza nel periodo dei nuovi casi sui totali di ciascun segmento, quella relativa ai non vaccinati è pari al 9,0%, mentre è del 4,8% relativamente ai soggetti vaccinati.
Le ospedalizzazioni nel periodo si attestano a 25.168 unità, in crescita al 6,2% sul totale contagi (rilevazione natalizia al 3,1%), con una maggior incidenza di vaccinati rispetto ai non vaccinati.
Le terapie intensive nel periodo in crescita a 2.418 unità, circa il 10% delle ospedalizzazioni, ma si riducono ad un quarto rispetto ai contagi, attestandosi allo 0,08% (rispetto allo 0,34% della rilevazione natalizia).
Decessi a 3.742 unità, lo 0,1% del totale contagi e lo 0,006% della popolazione, con maggior incidenza per i soggetti con età 60-79 e soprattuto sugli over 80 (ovvero, le categorie più “fragili”).
I decessi sono superiori alle terapie intensive, fatto non di immediata comprensione, e per il 52% relativi a soggetti non vaccinati (incidenza che si inverte nelle terapie intensive, dove i soggetti non vaccinati rappresentano il 64%).
Ovvero, mentre le terapie intensive, dove comunque i numeri sono “statisticamente piccoli”, evidenziano 2 non vaccinati su 3, il rapporto tende ad invertirsi nei decessi, i quali peraltro sono superiori alle terapie intensive, quindi alcuni non transitano per le terapie stesse, rendendo, forse, il dato delle terapie intensive non il più importante da considerare, e riportando comunque i valori in linea con quelli delle influenze stagionali, conclude Il Giornale d’Italia.