Emilia-Romagna, i dati smentiscono il green-pass: contagi doppi rispetto al 2020

Nella settimana dal 21 al 27 dicembre 2021, con l’89,7% di persone vaccinate con ciclo completo, l’Emilia Romagna ha registrato un numero quasi doppio di contagi (20.108) rispetto alla stessa settimana del 2020, quando nessuno era vaccinato. Allo stesso tempo, nel medesimo raffronto tra la stessa settimana nel 2021 e nel 2020, emerge che quest’anno il numero di ricoveri in terapia intensiva in Emilia Romagna è la metà dello scorso anno (207 nel 2020 e 107 nel 2021), meno della metà per quanto riguarda i ricoveri ordinari in reparti Covid (1.142 nel 2021 rispetto ai 2754 rispetto al 2020) e meno di un terzo in relazione al numero di decessi (130 nel 2021 e 411 nel 2020).

Dati Emilia-Romagna
Immagine LaPressa

Dati inequivocabili, a conferma dell’efficacia del vaccino sulla riduzione dei ricoveri ma allo stesso tempo dell’inefficacia del Green Pass sulla riduzione dei contagi e sulla creazione di luoghi sicuri.
Da un lato, stando a questi numeri, è sempre più evidente l’efficacia della vaccinazione sul fronte della riduzione degli effetti gravi del contagio e delle ospedalizzazioni, ma dall’altro la dimostrazione dell’altrettanto evidente fallimento, soprattutto alla luce della stragrande maggioranza di persone vaccinate, del green pass, tanto più nella sua versione super, se considerato come strumento di protezione sanitaria e destinato a creare luoghi sicuri e protetti. Su questo fronte, dei contagi, la smentita dell’efficacia del certificato verde è inequivocabile. Anche al netto della maggiore contagiosità della variante Omicron, comunque ancora intorno al 30% rispetto al 70 della Delta.

Smentita anche l’equazione, altrettanto propagandata come una certezza, che unisce vaccinazione e immunizzazione. Con il rischio di diffondere la convinzione, tra i vaccinati, di una protezione che in realtà non c’è, o almeno non c’è nei termini assoluti con cui è stata, ed è ancora, presentata. Ciò ha portato anche i vaccinati ad una fuorviante convinzione di essere immuni e indirettamente di essere nelle condizioni di potere abbassare anche i livelli di attenzione e di protezione, a partire da assembramenti in luoghi chiusi ed uso della mascherina.

I risultati e i dati di oggi, in termini di contagi, sono purtroppo frutto anche di questo. Di ciò che era stato detto anche in tempi meno sospetti, e di maggiore tranquillità, da personaggi come Crisanti: ‘Il Green Pass non è uno strumento di sanità pubblica, ma una misura politica che non crea luoghi sicuri ed immuni dal contagio’. Senza poi considerare gli effetti indiretti di stabilire la validità e la durata del Green Pass a 12 mesi nel momento in cui era già noto, dall’estate scorsa, che il vaccino avrebbe fortemente ridotto la sua capacità di protezione già dopo sei mesi. Fatto che ha reso l’introduzione del certificato verde base e super, con una durata superiore rispetto a quel vaccino, citando sempre Crisanti, anche una ‘stupidaggine’.

Gi.Ga. – La Pressa

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