Vaccini, Bellavite: «I dati di due studi demoliscono la pretesa della vaccinazione obbligatoria»

Il prof. Paolo Bellavite, attraverso il suo canale Telegram cita due studi recenti condotti da case farmaceutiche, resi noti da Robert Malone.

«Sono studi randomizzati, cioè i più rigorosi possibile, fatti su un totale di 74.580 soggetti (metà inoculati e metà no).» scrive il professore «In nocciolo, gli studi mostrano che i cosiddetti vaccini riducono i casi di morte da Covid-19 da 5 (non inoculati) a 2 (inoculati). Quindi 3 vite salvate ogni 35.000 inoculati. Per salvarne uno ne inietti 10.000. Benissimo, fin qui» poi prosegue

«Ma se a qualcuno venisse l’idea o il sospetto (chiamiamola “ipotesi scientifica”, si sa che gli scienziati sono sempre criticoni) che qualche sfortunato sia defunto dopo il trattamento (per il prodotto inoculato o altre malattie che non si sa se potrebbero o no essere associate ad esso), cosa potrebbe fare?»

«I ricercatori citati da Malone hanno calcolato i DECESSI PER QUALSIASI CAUSA e scoperto che sono stati 37 tra gli inoculati e 33 nel gruppo “placebo”. Differenze non significative. La conclusione è che IN PRATICA il trattamento non ha protetto dalla morte» sottolinea Bellavite.

«Gli autori precisano, correttamente, che gli studi sono stati fatti su una popolazione generale e non sulle fasce di età più fragili. Forse se si dirigessero gli studi “stratificando i rischi”, cioè verso anziani fragili (e curati tardi e male) si potrebbe ottenere un risultato più vantaggioso per i prodotti mRNA in uso».

«In ogni caso – conclude il professore – questi studi demoliscono qualsiasi pretesa politica della vaccinazione obbligatoria per tutti».

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