Molte scuole occupate in Italia: fronte comune professori-studenti
È una vera e propria ondata di occupazioni quella che sta scuotendo la scuola italiana e i suoi istituti . È cominciata a ottobre, un periodo storicamente favorevole a questo genere di proteste politiche. Dapprima motivazioni già note, come la fatiscenza dei locali, la precarietà dei materiali di costruzione, l’assenza dei materiali più essenziali. Ma in generale la protesta si è accesa per le condizioni in cui la scuola italiana versa da decenni, uno stato solamente acuito dalla pandemia. Adesso, con la novità più prossima riguardante l’obbligo vaccinale esteso a tutto il personale scolastico, la scuola rischia di esplodere nelle piazze.
Chiedono una scuola a misura di studente
Sono circa duemila gli studenti, solamente a Roma, che in queste ore stanno occupando gli istituti. In un comunicato congiunto alcuni rappresentanti hanno spiegato le motivazioni: “Noi studenti e studentesse del liceo Aristofane, del liceo Nomentano, del liceo Orazio e dell’I.I.S. Pacinotti-Archimede abbiamo deciso di occupare le nostre scuole per contestare la gestione dell’istruzione pubblica italiana degli ultimi anni e per proporre una scuola a misura di studente, aperta, sicura, accessibile ed inclusiva, che sappia ascoltarci, formarci e supportarci”. E ancora: “Abbiamo il diritto ed il dovere di avere un ruolo nel dibattito pubblico in qualità di studenti e studentesse e futuro di questo paese“.
A Pisa, nella notte fra il 22 e il 23 novembre, alcuni giovani hanno tentato di occupare l’Istituto Pacinotti di Via Benedetto Croce. Sventata dall’intervento dei carabinieri, i ragazzi hanno comunque lasciato il loro segno all’interno della scuola, e annunciato mobilitazioni per le giornate seguenti. Analoga dinamica al Liceo Classico Galilei e all’Istituto Santoni. A Firenze presi di mira il Machiavelli, il Michelangelo e Cellini Tornabuoni. È lecito credere che le occupazioni si estenderanno a macchia d’olio anche ad altre grandi città italiane, come Torino, Bologna e Napoli, che già in queste ore hanno dimostrato di essere in fermento.
Fronte comune studenti-professori
Se le proteste da cui è nata l’attuale ondata di occupazioni sembra più motivata dallo stato in cui le scuole versano e dai tagli attuati nel corso degli ultimi anni, non è da escludere che il fermento muti in qualcos’altro. Sì perché l’estensione dell’obbligo vaccinale per i professori e in generale tutto il personale scolastico rischia di trasformare lo spirito della protesta. Rischia, in altre parole, di vedere un fronte comune fra tutti quegli studenti insoddisfatti delle attuali condizioni e i professori No-Vax e No Green Pass. Che, anche per una semplice questione etico-morale, potrebbero vedere negli studenti la possibilità di sfogare il proprio malcontento. Il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, ha già messo le mani avanti: “Inaccettabile la protesta ai tempi del Covid”. Ma il dado è tratto, e con le ultime decisioni prese dall’esecutivo Draghi la palla è ora nel campo di chi protesta.
Il Giornale d’Italia – Immagine: liceo Virgilio di Roma occupato, 2018 (fonte lapresse)