Green pass e reddito di cittadinanza: trovato metodo di ricatto per tutti

Green pass e reddito di cittadinanza potrebbero presto aggiungersi alla lista delle trovate del Governo per obbligare i cittadini italiani alla vaccinazione. Sono passate solo poche ore dalla denuncia del Codacons, che chiede il green pass anche per i beneficiari del sussidio, e scatta subito la tifoseria dei politici e dei virologi che vogliono ricattare tutti. Nonostante le evidenze, che sono costate al ministro della Salute Roberto Speranza un autogol direttamente dal mondo della ricerca.

Minelli: “Via il Rdc a chi non ha il Green pass”

L’ondata di restrizioni arriva anche a chi il lavoro nemmeno ce l’ha. Almeno sulla carta. La denuncia è partita giovedì 30 settembre dal Codacons, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori. L’idea è di imporre il Green pass anche a chi percepisce il reddito di cittadinanza, pena la cancellazione del sussidio. Una proposta di per sé assurda, dato che richiederebbe ai non vaccinati di presentarsi presso il centro per l’impiego ogni due giorni per testimoniare la negatività al Covid19, anziché fare formazione e cercare lavoro.

L’immunologo Mauro Minelli è stato tra i primi a unirsi alla schiera dei talebani della certificazione verde. “Chi percepisce il reddito di cittadinanza deve perdere il sostegno se sprovvisto di Green pass”, ha detto ai microfoni della stampa. Per l’esperto sono tutti furbetti. “Poter contare su un ammortizzatore sociale non significa indugiare in una condizione indefinita di ‘esserci senza esserci’ e bearsene per essere immuni da pratiche che per altri lavoratori sono invece inalienabili”, denuncia.

“Sarebbe come, senza capire perché, codificassimo una diseguaglianza ingiusta e odiosa“, afferma Minelli, senza pensare troppo alla discriminazione già in atto del Green pass obbligatorio a lavoro. “Se chi lavora rischia di perdere il posto se sprovvisto di Green pass, nel pieno rispetto di una uguaglianza sostanziale anche chi è destinatario del sussidio dovrà essere provvisto di pass vaccinale, salvo a perdere il diritto a percepire il sostegno. A meno che non si voglia ammettere che chi lavora beneficiando del reddito di cittadinanza sia immune oltre che al Covid anche al lavoro. Ma quest’ultimo credo sia un pensiero del tutto infondato”, conclude.

La tifoseria del Green pass a tutti i costi anche per i detentori di reddito di cittadinanza è stata successivamente ribadita dal presidente di Codacons, Carlo Rienzi. Che promette di continuare la sua battaglia affinché la certificazione verde tocchi anche a chi non lavora, ignorando l’inferno logistico che lo yo-yo dei tamponi negativi dovrà costare a un disoccupato non vaccinato.

“Stiamo facendo ricorso al Tar sulla sospensione dei lavoratori senza Green pass. Ed andremo avanti con questa provocazione. La sanzione a chi non ha il Green pass è sul compenso del soggetto lavoratore, dunque con questo criterio può essere sanzionato anche il compenso di chi ha il reddito di cittadinanza e non è vaccinato. Ed il criterio va applicato a tutte le categorie. C’è una assoluta identità di situazioni, molto giusta e costituzionale“.

Pregliasco realista: “Non c’è correlazione”

Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano, è più realista sulla verità dei fatti. Per lui non ha senso chiedere il Green pass per i beneficiari del reddito di cittadinanza. Sarebbe un’incongruenza, racconta il medico, perché il Green pass non è una garanzia di immunità.

“Tra il Green pass obbligatorio e il Reddito di cittadinanza non c’è una correlazione diretta, questo è chiaro. Il percettore di Reddito di cittadinanza è di fatto persona che se ne sta a casa: non è bello, perché questo sussidio dovrebbe essere fatto per cercare lavoro, ma di fatto è così. Non c’è quindi un motivo logico o scientifico per cui dovrebbe essere richiesto“, racconta Pregliasco.

“È vero che la finalità del Green pass è prioritariamente quella di indurre con una spinta dolce alla vaccinazione”, ha continuato il virologo. “E gli elementi poi dell’applicazione sono legati a situazioni di socialità che comunque hanno anche un riscontro secondario di opportunità, proprio rispetto al rischio, come al lavoro. Quindi ben venga che al lavoro si sia vaccinati perché è meglio, però la finalità è anche un elemento di controllo e di verifica”. Questo però, ricorda Pregliasco, non ha nulla a che vedere con il percettore del reddito di cittadinanza per cui “l’estensione potrebbe apparire come un’incongruenza perché non è legata al lavoro“.

Il Giornale d’Italia

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