Sentenza del Tribunale di Milano: «Sospensione Oss non vaccinati è illegittima»
Importantissima sentenza del Tribunale di Milano: sancito l’illegittimità dei licenziamenti degli Operatori Socio-Sanitari
Il Tribunale di Milano rende nota un’importantissima sentenza. Ha infatti sancito l’illegittimità dei licenziamenti degli Operatori Socio-Sanitari (Oss) ribaltando in questo modo il giudizio delle precedenti sentenze contrarie ai lavoratori per questi casi, fa sapere Il Giornale d’Italia. Si tratta di una prima vera e propria sentenza di merito, una pronuncia definitiva che ha statuito l’illegittimità della sospensione ed il pagamento delle retribuzioni arretrate.
Si tratta di un pronunciamento particolarmente importante perché potrà rappresentare sia giurisprudenza del lavoro che orientamento sui futuri dibattimenti relativi alla possibile sospensione sia dei sanitari non vaccinati, come anche del personale scolastico privo di green pass. “Il caso – dichiara l’avvocato Mauro Sandri – è uno dei primi che si è profilato in termini di sospensione di operatori sanitari, tutti ricorderanno la sentenza di Belluno, quando 5 operatori sanitari OSS vennero sospesi da una cooperativa, fecero il ricorso, persero rovinosamente quel ricorso. Il mainstream amplificò l’esito di quella sentenza arrivando a dire che era inutile fare questi ricorsi “contro i provvedimenti di sospensione dei datori dal lavoro. Quella sentenza venne poi purtroppo emulata negativamente da altri tribunali, tra cui: Modena, Verona. Si era creata pertanto, una giurisprudenza, che riteneva di autorizzare i datori di lavoro privati a sospendere i loro dipendenti anche e indipendentemente dal fatto che successivamente fosse uscita una nuova legge. Io stesso avevo impugnato numerosi provvedimenti e in sede di sospensiva era sempre stata rigettata la mia richiesta di sospendere i provvedimenti di sospensione. Si è questa volta invece discusso la causa nel merito, vale a dire non più con provvedimento provvisorio, e la sentenza è stata clamorosamente positiva, perché ha statuito la illegittimità della sospensione”. Sandri poi prosegue: “Questo è un ricorso da lavoro, finalizzato alla reintegra nel posto di lavoro. Perché la sospensione determina l’espulsione del dipendente dal luogo di lavoro. Quindi viene chiesta la reintegrazione nel posto di lavoro e il pagamento degli stipendi anche arretrati“.
Una operatrice era stata sospesa lo scorso febbraio. Era quindi rimasta priva di stipendio per tutto questo periodo. Ora è stata reintegrata e avrà un ristoro ampio rispetto a quanto dovuto. La sentenza prevede la restituzione a favore della dipendente, di tutti gli stipendi che non aveva percepito durante tutti questi mesi con gli interessi.
“Si pone la parola fine! a quello che è stato un arbitrio, consumato fino ad oggi dai datori di lavoro nei confronti dei dipendenti. Questa sentenza costituirà sicuramente un parametro per le future sentenze. Sarà una pietra miliare questo mutamento di indirizzo. Forse è la prima che arriva a ribaltare una narrativa che era stata forse unanime per chi non si voleva vaccinare, è per me un trampolino per ulteriori cause che ho in corso, prime fra tutte quella contro il green-pass che verrà definitivamente cassato”, conclude Il Giornale d’Italia .