Cortocircuito Italia: nazi-pass per lavorare, cannabis libera, Ddl Zan e Ius soli

di Antonio Ferrero

Come ha scritto questa mattina Daniele Capezzone, su La Verità, «il mondo ci guarda». E certamente si pone molte domande sulla nostra strana e controversa nazione.

«La raccolta firme a favore del Referendum sulla Cannabis Legale ha superato quota 500mila, la soglia critica affinché la proposta possa essere depositata alla Corte di Cassazione per il controllo e l’approvazione» fa sapere il Quotidiano Nazionale.

Non è mia intenzione entrare in merito all’argomento Cannabis, anche se sono convinto che il proibizionismo non serva a ridurre ciò che si vorrebbe proibire, a prescindere dai dettagli.

Desidero invece porre l’attenzione su come in Italia l’ipocrisia sia diventata un «valore» acquisito, imprescindibile. Il pensiero unico, nonostante i suoi cortocircuiti, sta instillando nella popolazione soltanto dei diktat per il controllo politico.

L’Italia non ha, da due decenni, un presidente del consiglio – passato per le urne – che rappresenti una maggioranza uscita vincente da una consultazione elettorale, ma un premier eletto da inciuci di Palazzo: Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi.

L’informazione – mi duole lo stomaco chiamarla così – è appiattita su un’unica narrazione: quella voluta dai governi nati dagli accordi palazzinari. Pertanto non deve esistere opinione contrastante a quella imposta dai governi «tecnici».

Insomma, è chiaro a tutti, tranne ai collaborazionisti, che le libertà individuali sono finite nei vasi sanitari del Parlamento, con la finta opposizione che sta aiutando a tirare lo sciacquone.

Ma il pensiero unico del regime dispotico, vuole apparire liberale e garantista vendendoci dei diritti spesso strumentali: Ddl Zan, Cannabis e Ius Soli, mentre per recarsi al lavoro ci vuole un pass che attesti la partecipazione forzata alla sperimentazione del farmaco genico contro un virus in eterna mutazione.

E cosa importa, a conferma di ciò che ho affermato fino ad ora, se l’articolo 1 della nostra Costituzione recita: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». E se l’Europa fa sapere che «gli Stati devono informare i cittadini che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole» per i nostri governanti «tecnici», – badate bene, quelli «bravi», «democratici» e «antifascisti» – certa giurisprudenza è un dettaglio, spesso fastidioso.

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