Whirlpool, confermati i licenziamenti e la chiusura dello stabilimento di Napoli

L’azienda ha deciso in maniera irrevocabile: lo stabilimento di via Argine resterà chiuso, i lavoratori saranno licenziati, Whirlpool lascerà Napoli. Luigi La Morgia lo ha confermato giovedì mattina al tavolo convocato al Mise con i sindacati. La multinazionale si è detta pronta ad ascoltare eventuali proposte ed è “disponibile a supportare i lavoratori con stimoli all’uscita con supporto economico e pronta a sostenere il trasferimento volontario dei lavoratori in un altro sito del gruppo” avrebbe spiegato La Morgia.

Mentre nella riunione, presenziata dalla sottosegretaria Alessandra Todde e dalle delegazioni sindacali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-UIl, si cerca una soluzione per lo stabilimento di via Argine, i cori dei lavoratori in protesta a Roma si levano davanti alla sede del Mise, dove è stata montata una tenda e improvvisato un presidio di protesta.

Napoli non molla” è il grido dei manifestanti in lotta per il proprio posto di lavoro e la riapertura dell’impianto di Napoli. Cantano gli slogan che li hanno accompagnati durante i lunghi mesi di protesta: “Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna al lavoro”. E non hanno intenzione di perdere questa battaglia.Lo dice chiaro e tondo Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil di Napoli: “Se l’incontro non va bene, noi da Roma non ce ne andremo e non staremo rintanati qui al Mise“. “Come si può vedere una tenda è già stata aperta” chiosa la segretaria nazionale di Fiom, Barbara Tibaldi, rispondendo ai giornalisti.

“Non pensino di inglobarci e tenerci qua – avverte Rappa – Ci muoveremo. Lo abbiamo detto al prefetto di Napoli e alla Digos di Napoli, lo diciamo anche alla Questura qui presente, che si interfacci con il ministro Lamorgese. Non vorremmo che una vertenza sindacale diventi una vertenza di ordine pubblico”. Così il segretario Fiom di Napoli ha parlato ai manifestanti prima della riunione al Mise.”L’incontro di oggi – prosegue – per essere utile deve impedire che partano le lettere, perché non siamo disponibili ad aspettare che ci licenzino. Il ministero ci fissi una data per discutere sul progetto B, ma continueremo a chiedere che Whirlpool riparta e riprenda le produzioni a Napoli”.I lavoratori di Napoli vogliono continuare a produrre lavatrici e questa, secondo Rappa, è la soluzione migliore, anche alla luce delle ultime notizie riguardanti i volumi di produzione.È imminente la scadenza fissata per il 29 settembre, quando partiranno le lettere di licenziamento se al tavolo non verrà trovata una soluzione alternativa. Il rischio è quello di perdere l’ultima occasione per trovare una soluzione.

Sputnik Italia

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