I «non violenti» auspicano il piombo per chi non intende fare la cavia

In questi giorni si parla di odio dei «no vax» ma chi sono i veri odiatori?

Da Giuliano Cazzola che invoca il «piombo» di Fiorenzo Bava Beccaris a chi vuole negare stipendi, cure e diritti ai non immuni: ecco i veri odiatori. – scrive Mario Giordano su La Verità – E siccome siamo contro la violenza, che facciamo? Invochiamo Bava Beccaris. Ma sicuro. Piombo sui No vax. In nome della non violenza. Basta botte e schiaffi alle persone inermi: ci vogliono direttamente i cannoni.

Ma chi è era Fiorenzo Bava Beccaris, il nuovo mentore di Cazzola? È stato un generale italiano, noto per aver guidato la sanguinosa repressione (83 morti) dei moti di Milano del 1898, è anche oggetto di un brano del canzoniere popolare italiano dal titolo Il feroce monarchico Bava. I moti di Milano furono una rivolta popolare contro il governo. Gli scontri avvennero a seguito di manifestazioni da parte di lavoratori che scesero in strada contro la polizia e i militari per protestare contro le condizioni di lavoro e l’aumento del prezzo del pane dei mesi precedenti.

Ma chi è Cazzola? Giuliano Cazzola, già sindacalista Cgil, poi deputato Pdl, poi Scelta civica, poi Ncd con Alfano, e oggi esponente di +Europa seppur trombato alle ultime regionali in Emilia Romagna. – scrive Mario Giordano – Il politico che ha avuto più partiti che voti s’è lanciato in diretta tv in spericolate citazioni storiche invitando il ministro dell’Interno a richiamare in servizio il «feroce monarchico Bava che con il piombo gli affamati sfamò». Ovvio, no? Chi non si vaccina merita di essere passato per le armi. Basteranno i cannoni? O, visti i progressi della tecnica, possiamo trovare di meglio? Bazooka? Napalm? Razzi terra-aria? L’arsenale è a disposizione. Sempre per via del fatto che la violenza non si può tollerare, si capisce. Perché se si potesse tollerare la violenza, ecco, allora non sarebbe necessario invocare Bava Beccaris e i suoi cannoni. E forse si potrebbe fare a meno anche di negare l’accesso al Servizio sanitario nazionale a chi non si vaccina, come ha suggerito ieri, con un’intervista al Messaggero l’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato. Anche questa come misura di contrasto alla violenza lascia piuttosto a desiderare. Ma come? Io pago le tasse e poi non ho diritto a essere curato? In virtù di una mia scelta personale? Che non è proibita da nessuna legge? E allora perché non facciamo pagare la chemioterapia a chi fuma? O il ricovero in ospedale agli obesi che non smettono di mangiare patatine fritte? Nessuno mette in dubbio che aggredire una troupe televisiva sia un atto violento da condannare. Ma non curare chi si ammala che cos’è?

Il problema, in effetti, non sono tanto le Cazzolate, cioè la parole in libertà di un poveretto che ha perso il lume della ragione a forza di difendere l’indifendibile Fornero. Il problema sono le troppe parole violente che sono venute da coloro che oggi si scandalizzano della violenza. E che purtroppo rischiano di non rimanere parole. Fino a qualche ora fa, l’idea di escludere dalle cure gratuite chi non si vaccina era la boutade provocatoria di un politico o l’ipotesi di scuola di un costituzionalista. Adesso è la proposta concreta di un assessore, cioè di uno che può decidere. Ma se davvero si esclude qualcuno dalle cure gratuite non è una forma di inaccettabile violenza? E allora, visto che tutti siamo contro la violenza, che va condannata senza se e senza ma, sempre e in ogni luogo, vorrei che si condannasse anche quella, non solo verbale, che viene esercitata nei confronti di chi osa sollevare qualche dubbio sul green pass. – sottolinea Mario Giordano – Fino a prova contraria, infatti, quest’ultimo non è Dio, ma uno strumento nato da una decisione politica. E non si trova in cielo, in terra e in ogni luogo, ma solo in Italia e in Francia, a quanto pare.

Se dunque esistono luoghi dove il green pass non esiste, si potrà ragionare sulla sua utilità senza passare per terroristi? O in Spagna sono tutti terroristi? E in Danimarca ancora di più? Le violenze sono sempre sbagliate, si capisce. Ma non è forse anche una violenza togliere un diritto costituzionale come il lavoro o la scuola o la salute a chi sceglie di non vaccinarsi, come consentito dalla legge? Non è una violenza dire che chi non ha il green pass deve rimanere senza stipendio (Francesco Mariotti, Confindustria, 21 luglio 2021), o non deve entrare nei luoghi pubblici (Eugenio Giani, presidente Toscana, 28 agosto 2021) o non deve ricevere cure gratuite (Alessio D’Amato, assessore Lazio, 30 agosto 2021)? E non è violento paragonare chi non si vaccina a un criminale assassino, come ha fatto anche lo stesso premier Draghi, in una conferenza stampa ufficiale (22 luglio 2021)? Se davvero pensi che chi non si vaccina sia un criminale assassino, fai approvare una legge e ne imponi l’arresto. Non lo esponi al pubblico linciaggio.

Invece qui, da mesi, stiamo assistendo al linciaggio dei «no vax». Adesso tutte le anime belle cascano giù dal pero e si stupiscono del fatto che qualcuno dei ribelli, sbagliando (lo ripetiamo: sbagliando e meritando solo la nostra condanna), scivoli nella violenza. Ma quando dicevamo e scrivevamo che gli atteggiamenti di chiusura e discriminazione avrebbero solo esacerbato inutilmente gli animi, dov’erano queste anime belle? Quando sostenevamo che gli indecisi andavano convinti e conquistati, non demonizzati e terrorizzati, che cosa facevano? Semplice: erano lì a fomentare l’odio, dopo cinque anni passati a studiare commissioni contro l’odio. Erano lì a generare discriminazioni, dopo cinque anni passati a parlare di inclusione. Erano lì a spargere violenza, in attesa di indignarsi per gli scoppi di violenza. Erano lì a dire che i no vax sono «sorci» (Roberto Burioni, 23 luglio 2021), che vanno «presi per il collo» (Lucia Annunziata, 8 dicembre 2020), che bisogna «fargliela pagare» (Andrea Crisanti, 8 luglio 2021), «sputando nel loro cibo» (David Parenzo, 17 luglio 2021), assistendo «con birra e pop corn» allo «spettacolo di vederli morire come mosche» (Andrea Scanzi, 27 ottobre 2020) e arrivando persino a invocare, per colpa loro, «l’estinzione dell’umanità» (Tommaso Labate, 17 luglio 2021). E dunque, di fronte a tutto ciò, i cannoni di Bava Beccaris che cosa volete che siano? Avanti, sparate. Un po’ di piombo, qualche morto. E la non violenza, finalmente, trionferà.

Ps. Caro professor Matteo Bassetti, ovviamente piena solidarietà per quello che le è successo. – conclude Mario Giordano su La Verità – La violenza non può mai essere tollerata. Ma non le pare piuttosto violento anche accusare un premio Nobel, come Luc Montagnier, cui l’umanità deve qualcosina, di essere un «rincoglionito con demenza senile» solo perché esprime opinioni e fornisce dati che non la convincono? O le persone vanno rispettate solo quando dicono e fanno ciò che ci piace?

Un pensiero su “I «non violenti» auspicano il piombo per chi non intende fare la cavia

  • 1 Settembre 2021 in 13:40
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    Questi personaggi avrebbero bisogno di una rieducazione!!!

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