Covid, vaccini, green pass: è da criminali porsi delle domande?

Andrea Romano, parlamentare che ha cambiato più partiti di quanti siano i voti che ha raccolto durante la sua variabile carriera politica – si legge su La Verità – ha postato il seguente tweet: «Non stupiamoci della violenza NoVax, che non nasce dal nulla. Per mesi partiti politici (Fdi), giornali e vari apprendisti stregoni hanno urlato alla dittatura sanitaria. Da parole criminali nascono azioni criminali, come sempre responsabilità».

Se a sostenere queste sciocchezze fosse solo Romano – prosegue La Verità – certo non meriterebbe neppure una risposta, in quanto lui, oltre ai cambi di casacca, sono note le gaffe. Ma al parlamentare del Pd ieri si è unito anche il quotidiano Libero che, in un editoriale del suo direttore, pur senza citarci [ La Verità ndr] ci definisce i mandanti delle aggressioni registrate in questi giorni.

Tutto non nasce dalla critica al vaccino, ma dalla gestione degli obblighi vaccinali e dall’introduzione del green pass, certificato che ha generato una serie di problemi di cui questo giornale, [La verità ndr] com’è nella sua tradizione, ha dato conto senza imbarazzi. – Fa notare Maurizio Belpietro – Quando, per esempio, il governo ha stabilito che nessuno potesse entrare in un ristorante senza esibire un documento che attestasse di aver ricevuto almeno una dose del farmaco anti Covid, noi ci siamo permessi di dire che si trattava di una stupidaggine, perché un’iniezione non garantisce l’immunità. Soprattutto abbiamo evidenziato la contraddizione di un obbligo in capo a baristi e ristoratori che non era previsto nelle mense aziendali, ma neppure nei ristoranti degli alberghi per i clienti degli hotel. Forse il virus è schizzinoso e non ama le mense preferendo cuochi stellati? Oppure non alloggia in un 5 stelle? Le incongruenze erano tali che dopo i nostri articoli (non quelli di altri per i quali tutto va sempre bene madama la marchesa) l’esecutivo ha deciso di correggere la rotta: evidentemente non eravamo né mandanti né cattivi maestri. Non solo: per giorni abbiamo insistito sul problema dei trasporti, di cui nessuno in questi mesi si è occupato, neanche i giornali e gli onorevoli da diporto come Romano. Risultato, Enrico Giovannini ha annunciato l’arrivo dei controllori a bordo dei bus e tutti si sono bevuti la geniale soluzione. Peccato che i controllori, essendo pochi, possano controllare una corsa ogni 200, cioè niente e dunque il virus – come ha spiegato il presidente dell’Aifa Giorgio Palù – ancora una volta sarà libero di circolare sui mezzi pubblici. E che dire delle scuole? Il ministro Patrizio Bianchi pochi giorni fa ha annunciato il varo di un’applicazione che consentirà di controllare che gli insegnanti abbiano il green pass. Ma, come spesso accade, all’annuncio non corrispondono i fatti, perché l’app non funziona e dunque la scuola – come abbiamo titolato – rischia di cominciare nel caos.

Non c’entrano i cattivi maestri, ma i cattivi governanti – sottolinea Belpietro – che non sanno fare il loro mestiere. Inoltre, ci siamo permessi di segnalare che, vaccino o no, in Israele, cioè il posto tra i più immunizzati del mondo, i contagi salgono, segno evidente che la narrazione fin qui fatta da esperti e media non coincide con la realtà. Perché ciò che non si vuole vedere è che il vaccino aiuta, protegge dal peggio, ma non risolve tutti i problemi. Il green pass non è garanzia di immunità, ma solo un certificato che testimonia di aver ricevuto una o più dosi di un farmaco che dovrebbe ridurre i rischi per la persona che ha ricevuto l’iniezione. Chi è vaccinato non ha la garanzia di non beccarsi il Covid, ma solo la promessa di non prenderlo in maniera grave. Invece, giornali e politici hanno fatto credere che se si è vaccinati si è liberi di fare quello che si vuole, con il risultato che paradossalmente si inducono le persone a comportamenti a rischio.

Del resto, che il vaccino non sia un farmaco che garantisce l’immunità lo dimostra il fatto che a Palazzo Chigi, senza un tampone anti Covid, non si entra, anche se si ha il green pass. Dunque, perché al ristorante si può stare tranquilli con il certificato verde e alla presidenza del consiglio (ma anche in uno studio televisivo) no? È da criminali porsi queste domande? Significa essere i mandanti delle aggressioni per questo? – come scrive Sallusti – dobbiamo essere esclusi dalla società civile?

Non è forse fare il proprio mestiere di giornalisti chiedere perché in Germania e in altri Paesi europei i pediatri siano più cauti a vaccinare i minori, mentre in Italia i dottori dei bambini facciano il tifo per inocularli? Chi sbaglia, noi o loro? Dobbiamo pensare che i medici di Berlino (o quelli inglesi o americani) siano cattivi maestri che alimentano le paure delle persone? E però quegli stessi sanitari sono gli stessi che hanno curato i malati di Covid ottenendo, con una popolazione che è un terzo in più della nostra, un terzo di morti in meno. Vogliamo mettere anche i pediatri tedeschi tra i mandanti delle aggressioni di questi giorni?

No, cari signori, per quanto vi dispiaccia, noi non ci adegueremo al pensiero unico che ci vuole tutti a cantare nel coro, ma continueremo a esercitare la libertà di opinione anche se a voi darà fastidio. E non perché siamo no vax (lo ribadisco per chi non lo ha ancora capito: non lo siamo), ma perché non siamo il megafono di nessuno. Neanche del vostro conformismo che vi impedisce di vedere ciò che avete davanti agli occhi.

Ps. Sono da sempre contro le manifestazioni che bloccano il traffico, da quelle che impediscono la circolazione dei treni a quelle che paralizzano le strade cittadine. Dunque, trovo folle che chi protesta contro l’obbligo vaccinale voglia fermare i convogli ferroviari. Ciò detto, mi fa ridere che il sindacato si dichiari contrario: trenta o quarant’anni fa a imporre la moda dei cortei che invadono i binari e le autostrade sono state proprio Cgil, Cisl e Uil, ossia gli stessi che oggi si lagnano. Così Maurizio Belpietro conclude il suo editoriale.

Oggi, più che mai, c’è la volontà di arginare il vero giornalismo, perché l’informazione – succube della politica – dev’essere appiattita e soprattutto asservita.

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