«Rischio la carriera per colpa del vaccino», i personaggi famosi devono denunciare i danni subiti

Francesco Borgonovo intervista l’atleta che ha subito un danno a causa del farmaco genico sperimentale.

Lo sfogo della pallavolista Francesca Marcon, colpita da una pericardite in seguito all’iniezione: «Salgo le scale e ho il fiatone, ho perso l’idoneità sportiva e potrebbe saltarmi il contratto. A chi mi ha dato della no vax rispondo: è facile criticare però io con il fisico ci lavoro.

Francesca Marcon, quando ha deciso di esporsi e raccontare la sua storia, di certo non si aspettava di ricevere attacchi e insulti. E invece sui social, e non solo, gliene sono arrivati parecchi.

Tuo è iniziato quando la pallavolista, classe 1983 e una lunga e ricca carriera alle spalle, ha scritto sui social di aver avuto la pericardite dopo la seconda dose di vaccino. «Ora chi mi risarcisce?», chiese l’atleta, e non era una domanda peregrina. Non appena la storia fu ripresa dai giornali, iniziarono i pubblici assalti. Prese la parola persino Sergio Abrignani, immunologo della Statale di Milano e componente del Cts, invitando la pallavolista a non fornire argomenti ai no vax. Abrignani spiegò che i «giovani under 30 soprattutto maschi» possono contrarre la pericardite «in una forma molto leggera». A suo dire, si poteva uscirne in «poche settimane», facendo uso di cortisone ma anche senza. «Da quanto ho capito, riprenderà ad allenarsi il 24 agosto. Se non avesse risolto il problema, non lo farebbe», disse il medico.

Invece Francesca Marcon non riprenderà ad allenarsi. Mercoledì si è sottoposta a una visita medica per ottenere l’idoneità alla pratica agonistica, e non l’ha passata. Tradotto, significa tre mesi di stop.

«Non posso fare il mio lavoro e rischio di perdere il contratto», ci spiega. «Con la società vedremo il da farsi ma capisco che anche per loro sia un danno. Lunedì farò una nuova visita per vedere se sarà possibile ridurre i tempi per il rientro. Ma anche se riuscissi ad accorciarli e ad avere prima l’idoneità mi servirebbe comunque un periodo ulteriore di recupero».

Insomma, è un bel danno economico.

«Questo è il mio lavoro. Gioco da 20 anni, sono professionista da 15. Professionalmente è chiaro che questo per me è un grosso problema».

Si era domandata a chi chiedere un risarcimento. Ha avuto risposte?

«Mi hanno cercata molti avvocati negli ultimi giorni. Mi hanno chiesto incontri per poter parlare di quello che mi è successo. Ora valuterò che cosa fare non appena avrò qualche dato certo in più sui tempi del rientro».

Nel frattempo ha subito un bel po’ di attacchi, sui social e non solo, per aver parlato di un problema riscontrato dopo il vaccino.

«Sì è vero. Io sto cercando di farmi scivolare tutto addosso anche perché non sto bene e questi attacchi sono un ulteriore fattore di destabilizzazione. Però non è facile, glielo assicuro. Io ho semplicemente raccontato la mia esperienza, non sono mai stata no vax. Anzi come dicevo all’inizio della pandemia ero terrorizzata, non aspettavo altro che arrivasse un vaccino…».

Persino Sergio Abrignani del Cts le ha risposto dicendo che in fondo la pericardite si risolve in breve tempo.

«Queste cose bisogna provarle sulla propria pelle. Facile parlare da fuori. Io sono un’atleta, con il mio fisico ci lavoro, per me è un grosso danno. Ma lo è anche per chi non fa lo sportivo di professione non è certo una cosa piacevole avere la pericardite. Tanto per farle un esempio: io adesso faccio le scale e mi viene il fiatone, non mi era mai capitato nella vita. Non è una cosa facile da affrontare. Ho letto commenti di persone che dicevano che la pericardite si affronta anche senza medicine… Beh io ora sono bombardata di medicinali, che a loro volta magari avranno effetti collaterali. Però devo dire che non sono arrivati solo attacchi».

No?

«Mi hanno scrio molte persone solidali. Non sa quante mi hanno contattato, alcune anche raccontando di aver avuto problemi simili. Anche persone famose si sono fatte sentire. Il problema è che di queste cose ci si occupa solo se ne parla qualcuno famoso o comunque visibile. Altrimenti si fa come se il problema non esistesse. Sono le persone famose a dover prendere l’iniziativa per prime».

Dopo quello che è successo, col senno di poi, rifarebbe il vaccino?

«Diciamo che se dovessi rifarlo prima farei parecchi accertamenti. Credo che non basti avere qualcuno che ti chiede se stai bene o se per caso hai problemi. Probabilmente servirebbe qualche controllo in più. Col senno di poi, farei per lo meno degli accertamenti».

La Verità

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