Docenti e personale ATA contro la «mostruosità giuridica che è il Green Pass»
Pubblichiamo integralmente la lettera aperta che docenti e personale scolastico hanno inviato ai sindacati – FLC- CGIL, CISL, UIL e SNALS, e al ministro della Pubblica Istruzione Prof. Patrizio Bianchi.
«Oggetto: Lettera aperta ai Sindacati
Egregi Segretari e rappresentanti nazionali,
con la presente noi, docenti e personale ATA, segnaliamo la nostra completa contrarietà alla decisione di sottoscrivere il Protocollo sicurezza del 14 agosto e di non contrastare fermamente l’art. 1 comma 6 del D. L. 111/2021, in particolare per la parte concernente l’introduzione di quella mostruosità giuridica che è il Green Pass, con le sanzioni irragionevoli e sproporzionate che ne conseguono per i lavoratori della scuola. Abbiamo molto vivo il senso delle libertà inviolabili tutelate dalla Costituzione, in nome della quale abbiamo lottato per anni contro le norme che dal 2008 hanno impoverito la scuola pubblica e indebolito la sua funzione di organo costituzionale, indispensabile per la salute della democrazia. Per questo motivo, ci risulta inconcepibile che sindacati con la Vostra tradizione, a cui siamo iscritti da anni, non abbiano assunto una posizione di irremovibile rifiuto di una norma incostituzionale e unica in Europa, che lede i diritti fondamentali dei lavoratori della scuola, e a ruota di tutti i cittadini, che può dividere e contrapporre i docenti nelle scuole, che potrebbe discriminare in modo illogico, pretestuoso e con una discutibile base scientifica anche gli studenti, che penalizza i più poveri e che estorce un consenso ad un intervento medico non obbligatorio mediante un ricatto ignobile: o il vaccino o il tuo stipendio.
Con questo decreto il Governo sospende un contratto nazionale tra due parti, di cui una è da Voi rappresentata: vi invitiamo a fare il Vostro lavoro affinché vi sia un netto rifiuto di questa inedita modalità di relazione sindacale unilaterale.
Questo cedimento danneggia tanto i docenti che liberamente accettano di sottomettersi all’obbligo del Green Pass quanto coloro che, con decisione legittima e insindacabile, lo rifiutano. Infatti, coloro che ora si sentono a posto con il lasciapassare verde (lo stesso colore della tessera del Partito Nazionale Fascista e funzionalmente identico ad essa), fra pochi mesi non lo saranno più. E che faranno? Ridiventeranno sorci, secondo la definizione del dottor Burioni? O offriranno nuovamente il braccio per una terza, quarta, quinta, ennesima dose di un farmaco autorizzato con formula condizionata e di cui si ignorano gli effetti a lungo termine (e che, secondo il professor Massimo Galli, “funzionicchia”)? E quale altra condizione il potere porrà per poter lavorare secondo contratto? Avete individuato il punto in cui direte basta? Accettare di subordinare l’esercizio delle libertà personali, indisponibili per lo Stato, perché naturali, e non attribuite, ma solo riconosciute dalla Costituzione, ad un’autorizzazione governativa significa semplicemente averle perse. I diritti si tengono tutti insieme e per tutti o si perdono per tutti e per sempre. Così state svendendo il personale della scuola ad un perenne condizionamento politico e ad un controllo inaccettabile, che umilia e svilisce la dignità dei docenti, invece di tutelarli dalle strumentalizzazioni politiche e dagli insulti ignobili di cui sono oggetto in TV e nei media da tempo o di proteggere la loro salute. Inoltre, state contribuendo a spingerli verso una decisione irreversibile, per la quale sono gli unici a prendersi il carico delle conseguenze, dato lo scaricabarile delle autorità, dei produttori e dei sanitari.
Vi pare questo il dovere di un sindacato?
Per chi rifiuta il lasciapassare verde, si prospettano una “sospensione del rapporto di lavoro” (cioè del contratto?), senza stipendio né contributi (cosa che non sarebbe possibile nemmeno per un docente sottoposto a grave procedimento penale) e quella formula dispotica e feroce dell’”assenza ingiustificata” oppure, in alternativa, una tortura trisettimanale con un tampone a pagamento, dichiaratamente decisa per scoraggiare in modo subdolo l’esercizio del libero dissenso da un intervento medico non obbligatorio. Intanto, i tamponi salivari, da tempo autorizzati, sono scomparsi dalle farmacie e l’esenzione è praticamente impossibile (basta leggere la nota della SIMG al proposito). Chi ha avuto il Covid e ha un sierologico positivo non ottiene il lasciapassare, anzi, vengono ammoniti i medici a non indagare prima dell’inoculo, nonostante da decenni si conosca il fenomeno ADE.
E la Costituzione? Dov’è finita? Avete presente l’articolo 32 della Costituzione?
Molti colleghi hanno paura. Si sentono minacciati fisicamente e soggetti a intimidazioni, vogliono ritirare i figli da scuola. Altri sono disperati, perché da un giorno all’altro, con una modalità indegna di un Paese civile, si troveranno in mezzo ad una strada, dopo anni di lavoro appassionato a scuola. Sentiamo colleghi di 50, 60 anni piangere e non dormire più da settimane. Voi no? Dove vivete, allora? Ma voi vi volete prendere questa responsabilità? Da quale parte starete?
“Responsabilità” è una parola dal significato diverso da quello ipocrita e manipolativo che ricorre in televisione e sulla bocca dei nostri rappresentanti politici da due anni, con la retorica pelosa del “dovere morale”. Per loro equivale a “fare i bravi bambini e obbedire a qualunque ordine, per il bene di tutti”, proprio come nei regimi totalitari, nei quali il bene del singolo si annulla nel brodo del collettivo, per la delizia di chi controlla. Per fare chiarezza, basta leggere uno stralcio di due famose sentenze della Corte Costituzionale, la numero 307 del 1990 e la numero 258 del 1994, che rispondono alla domanda: fino a che punto si può esigere da un cittadino il sacrificio di sé per il bene della collettività? Questa è la risposta (l’unica possibile sulla base della Costituzione italiana): “Tale sacrificio è ammissibile solo se, e nella misura in cui, esso non implichi un correlato e serio rischio per la salute individuale. Altrimenti detto: non è possibile, né giuridicamente accettabile, obbligare chicchessia a un trattamento sanitario in nome della tutela della salute pubblica laddove vi sia il rischio, per il singolo, della perdita della propria salute o della propria vita”. Punto. In questo caso l’obbligo non c’è nemmeno e non potrebbe esserci, data la parziale efficacia e le controindicazioni dei farmaci utilizzati all’obiettivo di prevenire o bloccare l’infezione da Sars-Cov-2, come attestano i produttori. Ciascuno decida liberamente per sé, visto che il rischio esiste, eccome (rinviamo ai dati del sistema europeo di farmacovigilanza EUDRA, al sistema statunitense del VAERS e alla sentenza del Tribunale di Siracusa sul militare Paternò) e si protegge solo se stessi dalle conseguenze più gravi della malattia, come dicono le stesse case farmaceutiche.
Responsabilità è la capacità di scegliere liberamente, essendo pienamente consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni. Perciò vi chiediamo se avete valutato bene le conseguenze che si prospettano se questa follia collettiva non si fermerà entro l’inizio dell’anno scolastico: la discriminazione palese di una minoranza di lavoratori (eppure la tutela delle minoranze è la base della democrazia); la messa sul lastrico ingiusta e punitiva di intere famiglie; il conflitto sociale senza controllo fra le categorie immaginarie e strumentalmente contrapposte dei pro-vax e dei cosiddetti no-vax (termine discriminatorio usato perfino dal MIUR); l’introduzione di una limitazione a tempo indeterminato delle libertà fondamentali di tutti con l’avallo dei sindacati; la fine delle tutele del lavoro, perché se passano la “sospensione del contratto” e l’”assenza ingiustificata” di un lavoratore buttato fuori dal suo luogo di lavoro, può passare qualsiasi cosa; l’ulteriore passo avanti verso un’emergenza sanitaria infinita, visto che nulla è stato fatto finora di ciò che serve da parte dei politici, anche e soprattutto per l’istruzione, mentre molto è stato fatto per distruggere l’economia, la scuola, la coesione sociale, i diritti dei cittadini e per istituire misure di controllo senza scadenza; il progressivo collasso della scuola pubblica, dopo due anni estremamente duri.
Il compito sociale dei docenti è far crescere cittadini sani, liberi e consapevoli. Non possono certo svolgerlo se sono umiliati, offesi, discriminati o abusati da un potere irragionevole e indifferente alla loro dignità e ai loro diritti.
Perciò, come iscritti ai Vostri Sindacati, chiediamo il ritiro della firma da quel Protocollo, la ferma protesta contro il D.L. 111 e un confronto aperto e serio con TUTTI i lavoratori della scuola sul D.L. 111/21.
I nostri nonni hanno rischiato la vita nella Resistenza per difendere la libertà di tutti.
Non la butteremo certamente via per un QR Code.
Alba, 24.08.2021
Seguono le firme»
Sono un’educatrice di asilo nido a Roma. È illegale e anticostituzionale obbligare i cittadini a fare il vaccino , lede la nostra libertà. Non ci dobbiamo piegare e dobbiamo essere tutelati affinché tutto questo abbia fine. Una vergogna dover decidere tra lo stipendio e la vita. Io ho deciso di combattere e il governo si deve rendere conto che per il periodo di sospensione al lavoro farò grande fatica ad andare avanti, come tutti quelli come me.
Le lotte dei nostri avi,sono così state inutili.
Grazie, grazie, grazie…
Non so chi sono ma spero che il messaggio arrivi.