Eroina, hashish, marijuana dall’Afghanistan: i talebani sono i nuovi narcos

La guerra in Afghanistan ha dei vincitori assoluti, si tratta dei talebani. Gli Usa hanno speso 80 mld per la missione durata 20 anni, mentre nello stesso periodo i nuovi padroni di Kabul ne hanno guadagnati 120. Il loro giro d’affari è valutato in circa 6,6 mld all’anno.  Sono diventati – si legge sul Corriere della Sera – i nuovi narcos. Negli ultimi dieci anni hanno iniziato ad avere un ruolo importantissimo anche per l’hashish e la marijuana. Se si cercano le dinamiche principali del conflitto, le fonti prime che lo finanziano, si arriva lì: quella in Afghanistan è una guerra dell’oppio. Prima delle scuole coraniche, dell’obbligo al burqa, prima delle spose bambine, prima di ogni altra cosa, i talebani sono narcotrafficanti. Nel 2001 finsero di proibire la coltivazione di oppio e a questo si lega uno dei più gravi errori dell’amministrazione americana: nel 2002 il generale Franks, il primo a coordinare l’invasione in Afghanistan delle truppe di terra Usa, dichiarò: «Non siamo una task force antidroga. Questa non è la nostra missione».

L’eroina talebana rifornisce – prosegue il Corriere – camorra, ’ndrangheta e Cosa nostra, i cartelli russi, la mafia americana e tutte le organizzazioni di distribuzione negli Usa a eccezione dei messicani che cercano di rendersi autonomi dall’oppio afgano (a fatica, perché l’eroina di Sinaloa è più costosa di quella afgana). Tramite la rotta Afghanistan-Pakistan Mombasa i talebani riforniscono i cartelli di Johannesburg in Sudafrica. E ancora, la vendono ad Hamas: altra organizzazione che si finanzia (anche) con hashish ed eroina e che infatti ha comunicato: «Ci congratuliamo con il popolo islamico afghano per la sconfitta dell’occupazione americana su tutto il territorio dell’Afghanistan e con i talebani e la loro leadership per la vittoria che giunge al culmine di una lunga battaglia durata 20 anni». Apparentemente un’alleanza politico-ideologica, in realtà un patto criminale.

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