Ponte Morandi, 3 anni dal crollo, una storia triste e umiliante: i paladini della moralità tacciono

di Pierfranco Faletti

Ricorre oggi il terzo anniversario della strage del Ponte Morandi. Si sono recentemente chiuse le indagini sul crollo, che hanno portato alla incriminazione di sessantanove persone, fra dirigenti di Autostrade S.p.a e responsabili del controllo delle infrastrutture. Secondo i PM, in cinquantuno anni di vita del ponte, non sono mai state eseguite manutenzioni di rinforzo sugli stralli della pila 9, quella crollata.

Nessun rappresentante della famiglia Benetton, proprietaria della Società, è stato incriminato per questi fatti. Un silenzio assordante della politica e delle maggiori testate giornalistiche e televisive, ha inoltre accompagnato l’evolversi dell’intera vicenda. Soprattutto i grillini, giustizialisti professionisti, da tre anni al governo in varie combinazioni politiche, non hanno voluto turbare la comodità delle proprie poltrone ministeriali e forse di qualcos’altro, ignorando, come spesso capita, gli anatemi a suo tempo lanciati. La notizia stessa, indubbiamente indecorosa, della festa tenutasi regolarmente il giorno successivo alla tragedia, in una villa della famiglia Benetton, a Cortina d’Ampezzo, è durata sui media, lo spazio di un mattino. L’aedo di questa famiglia, Oliviero Toscani, figlio del grande fotoreporter del Corriere della Sera, Fedele Toscani, ha esternato così il suo pensiero: “Ma a chi interessa che caschi un ponte? Smettiamola!” Anche se, per questa dichiarazione, è stato licenziato dal gruppo, il collaboratore strettissimo ed amico da decenni della famiglia, ha comunque messo in evidenza, l’humus culturale di cui era imbevuto questo mondo. D’altronde le sue campagne pubblicitarie, cosiddette “controcorrente”, ne sono sempre state la riprova: preti che baciano sfacciatamente delle suore, modelle anoressiche, successivamente morte, bimbi e feti rappresentati in modo scioccante ed altre primizie del genere.

Proprio nei giorni di questo tremendo anniversario, stando alle notizie diffuse dai media, lo Stato Italiano, socio maggioritario di un consorzio internazionale, ha deciso di partecipare al pagamento di nove miliardi e trecento milioni di euro, per l’acquisto della Società Autostrade. Purtroppo gli italiani possono constatare, con i propri occhi, le condizioni precarie, in cui quest’azienda ha ridotto una parte della rete italiana. Tutti possono valutare i danni causati da vent’anni di cattiva gestione. Fa molta specie peraltro che, su avvenimenti clamorosi di questo genere, rimangano silenti le voci dei paladini della moralità e della purezza, come l’ex magistrato Piercamillo Davigo, l’uomo che doveva rovesciare l’Italia come un calzino, come l’ex Ministro Alfonso Bonafede, promotore delle leggi spazzatutto e soprattutto come l’ineffabile opinionista Roberto Saviano, specializzato nel lanciare appelli e promuovere manifesti.

Non fanno eccezione a questa cautela, i media di ogni colore e tonalità politica, che continuano a dare spazio in TV e sulle principali testate giornalistiche nazionali, ai vari Oliviero Toscani, come se nulla fosse accaduto. Siamo di fronte ad una triste storia che, sponsorizzata all’inizio dal governo giallorosso di Giuseppe Conte, si sta ora concludendo purtroppo in piena era Draghi. Le motivazioni giuridico-economiche e soprattutto di opportunità, addotte, saranno certamente valide. Esistono però motivazioni morali che, in questo caso, difronte a quarantatré morti, diventano prioritarie. Questa triste ed umiliante vicenda, dimostra comunque che la faticosa china che deve risalire l’Italia, è un percorso assai accidentato, non dovuto soltanto però alla solita famigerata casta dei politici, ma ad una più ampia classe dirigente nazionale, che va risanata nel suo insieme, per dare ai nostri figli ed ai nostri nipoti, un futuro degno delle grandi tradizioni di questo paese.

Il Giornale d’Italia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *