Priorità di Boldrini: aumentare i posti letto? No, l’arcobaleno su Montecitorio
La deputata Laura Boldrini (Pd) è intervenuta ieri in Parlamento con un’interpellanza per la tutela dei diritti delle donne in Polonia, con particolare riguardo alla disciplina dell’interruzione volontaria di gravidanza.
Nella parte conclusiva del suo intervento ha chiesto al Governo come intende agire “per fare in modo che in sede europea ci sia una netta presa di posizione a sostegno dei diritti sessuali e riproduttivi dei cittadini e delle cittadine europee. Del diritto delle donne all’autodeterminazione e all’aborto, del principio di parità di genere e a tutela degli standard di protezione dei diritti umani fondamentali”.
Secondo la Boldrini siamo arrivati a un bivio che riguarda il futuro e la credibilità stessa dell’Unione europea.
“L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia e dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze”.
Valori che appartengono a tutti gli Stati membri. Se però “si va a incidere sull’autodeterminazione delle donne – ha detto con riferimento alla Polonia e all’Ungheria – quella libertà non è più rispettata, quindi siamo oltre”.
Per la Boldrini “se un Paese candidato vuole entrare nell’Unione europea, deve dimostrare, mediante una procedura molto scrupolosa, che la sua organizzazione dei poteri, il sistema giudiziario e la sua legislazione corrispondano esattamente ai valori indicati dall’articolo 2.
Certamente – ha continuato – al momento del loro ingresso, Paesi come la Polonia, o come l’Ungheria, hanno dovuto e potuto dimostrare la loro concreta adesione a quei valori, altrimenti non sarebbero entrati. Poi accade che, una volta dentro l’Unione europea, si deraglia, si prende un’altra strada”.
Laura Boldrini e l’arcobaleno su Montecitorio
L’ex funzionaria dell’ONU ha parlato di due Unioni europee con valori e linguaggi opposti. “Una è l’Unione di Bruxelles, di Berlino, di Roma, di Madrid e di Parigi e poi abbiamo l’Unione europea di Budapest e di Varsavia, l’Unione della Polonia, con la sua legge sull’aborto e con le sue zone LGBT free.
di Pietro Di Martino – GaspNews